I soffioni sono un tipico dolce abruzzese preparato in occasione delle festività pasquali e si chiama soffione perché durante la cottura il ripieno si gonfia.
DIFFICOLTA’ facile | QUANTITA’ circa 12 soffioni |
VEGETARIANO si GLUTINE si LATTICINI si |
Ingredienti soffioni abruzzesi
Per la pasta
300 g farina 00
2 uova + 1 tuorlo
90 g zucchero semolato o integrale
40 g olio di girasole
Per il ripieno
500g ricotta di pecora o vaccina
2 uova
100 g zucchero a velo
1 limone
1 arancia
poco burro e farina
Preparazione
1) Setacciamo 300 g di farina in una bacinella per sciogliere i grumi, poi formiamo una conchetta perché nel centro aggiungeremo 2 uova e un tuorlo. Teniamo in frigorifero l’albume avanzato.
Sbattiamo le uova mentre aggiungiamo poco per volta 90 g di zucchero.
2) Uniamo 40 g di olio di girasole e un pizzico di sale e mentre mescoliamo cerchiamo di inglobare la farina.
Quando la farina avrà inglobato tutti i liquidi mettiamo l’impasto sul piano di lavoro e lavoriamo a mano finché otteniamo un impasto omogeneo, senza grumi. Se dovesse risultare troppo appiccicoso aggiungiamo pochissima farina sul piano di lavoro.
1) Lasciamo l’impasto a riposare per 30 minuti coperto da una pellicola e dedichiamoci al ripieno.
2) Mettiamo in un contenitore, 500 g di ricotta di pecora o vaccina e lavoriamola con una forchetta per renderla morbida.
Amalgamiamo la metà dello zucchero a velo, cioè 50 g poco per volta.
Aggiungiamo 2 tuorli e teniamo da parte gli albumi assieme a quello già avanzato.
3) Grattugiamo la scorza di un arancia e di un limone.
4) Montiamo a neve i 3 albumi con 50 g di zucchero a velo aggiunto poco per volta.
ATTENZIONE PICCOLO SEGRETO PER NON SMONTARE GLI ALBUMI
1) Ora all’impasto dovremmo aggiungere l’albume montato a neve ma l’impasto si presenterà piuttosto duro, compatto e per renderlo più lavorabile amalgamiamo una cucchiaiata di albume con energia, serve solo per alleggerire la ricotta.
2) A questo punto aggiungiamo tutto l’albume montato a neve con movimenti lenti dal basso verso l’alto per non smontare l’aria preziosa inglobata nell’uovo che renderà molto più soffici i soffioni. 😜
Tiriamo la pasta dei soffioni abruzzesi
1) Tiriamo la pasta con un mattarello in una sfoglia sottile di circa 3 mm e poi tagliamo dei quadrati di 10 cm.
2) Imburriamo dei pirottini e infariniamoli per non appiccicare i soffioni abruzzesi.
Possiamo utilizzare delle cocottine o degli stampi per i muffin, l’importante che siano del diametro di 5/7 cm; più lo stampo avrà il diametro grande e più i soffioni saranno bassi e larghi.
3) Riempiamo gli stampi con 3/4 di impasto, richiudiamo i lembi e inforniamo a 180°C per 30 minuti dopodiché abbassiamo il forno a 160°C e continuiamo la cottura per altri 30 minuti coperti da un foglio di alluminio per non far bruciacchiare il top dei dolci.
Lasciamo raffreddare nel forno semi-aperto per 10 minuti.
Vi piacciono i dolci Abruzzesi? Vi consiglio questa mia ricetta, direttamente dal quaderno di cucina di mia nonna Marietta:
FERRATELLE CLICCA QUI PER RICETTA
Cosa bere con i soffioni abruzzesi
Io vi consiglio un vino dolce, un marsala come questo della cantina Florio
https://www.tannico.it/marsala-superiore-dolce-doc-oltre-cento-2017-florio-0-5l.html
FRASE BUDDISTA DI INCORAGGIAMENTO
Io sono come mi comporto.
Non “come vorrei essere” ma come penso, parlo e agisco.
Io sono il risultato dei miei pensieri. Sono la verità che esprimono le mie parole. Sono la somma dei miei gesti, di tutti i miei gesti, giorno dopo giorno.
È una fortuna essere nati come esseri umani.
Ecco: non approfittare di questo immenso onore è la perdita più grande.
Vivere può essere una cosa bellissima. Vivere, e farsi sorprendere: ogni giorno come fosse il primo.
La vita ne contiene tanti di giorni. Ogni giorno contiene centinaia di migliaia di istanti. E in ognuno di questi istanti posso dire sì o no alla vita. Dire sì al fatto che a ogni causa corrisponde un effetto, sì all’idea di usarla per creare valore, sì a cambiare e sentire gli altri nel mio orizzonte di vita. Oppure dire no. Dire no all’idea che la vita è eterna. No, e scegliere i pensieri più bassi, le parole meno rispettose, le azioni più violente.
No perché si può essere buddisti e comportarsi come se non lo fossimo.
Il presidente Ikeda dice che ci troviamo di fronte a un bivio.
«O crediamo che la natura di Budda esista in ogni persona e costruiamo una civiltà della nonviolenza, oppure lasciamo che l’oscurità e l’ignoranza nostra e altrui ci ottenebrino e scegliamo la violenza della barbarie. […] Io sono convinto che la strada per contribuire alla pace su scala mondiale sia seguire il Buddismo del “comportamento da essere umano”» (MDG, 2, 165).
Buddismo e Società 117
di Gianna Mazzini