Forse non avete mai cucinato una cosa così semplice e così sfiziosa!
Il cavolfiore al curry ha una stuzzicante crosticina grazie alla gratinatura.
DIFFICOLTA’ facilissimo | PORZIONI per circa quattro persone |
LATTICINI no GLUTINE si VEGETARIANO si |
Per fare il cavolfiore al curry gratinato ci vorranno:
1 cavolfiore
2/3 spicchi d’aglio
curry
paprika dolce
mezza tazza di pan grattato + altro
2 cucchiai di olio evo
Preparazione
1) Laviamo un cavolfiore e facciamolo asciugare il più possibile questo serve per ottenere un risultato croccante.
Tagliamo il cavolfiore a fette.
2) Questa ricetta è davvero semplicissima, si prepara velocemente e si possono aggiungere tutte le spezie che preferite.
Cominciamo ad aggiungere due cucchiai di olio extra vergine di oliva.
3) Mettiamo 2/3 spicchi d’aglio pestati così sprigionano tutto il loro profumo.
Uniamo abbondante paprika dolce e mescoliamo per distribuire uniformemente.
4) Aggiungiamo il curry che è un mix di spezie e in commercio ne esistono di tanti tipi e generalmente è composto da curcuma, coriandolo, cumino, peperoncino, pepe nero e semi di senape.
Mettiamo il sale.
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Gratinare, come si fa
1) Per ultimo per gratinare mettiamo circa una mezza tazza di pan grattato che renderà speciale il cavolfiore.
A volte unisco al pan grattato anche un cucchiaio di farina di mais per polenta per una stuzzicante crosticina.
Si può aggiungere anche del formaggio stagionato come grana, parmigiano, pecorino oppure delle erbe aromatiche.
Si può gratinare qualsiasi verdura.
Infornare il cavolfiore
Abbiamo finito la preparazione, adesso basta infornare.
Ci servirà una teglia grande abbastanza per contenere in un unico strato tutto il cavolfiore.
Ungiamo la teglia e copriamo con del pan grattato
Ed ora in forno ventilato a 180 ° C per circa 45 minuti.
INCORAGGIAMENTO
“Il concetto di karma in senso buddista viene spesso frainteso anche in oriente, dove ha una lunga storia ed è tuttora presente in numerose culture.
In passato questo principio è stato usato in modo negativo per far sì che i membri svantaggiati della società accettassero le condizioni di vita che si trovavano ad affrontare. Secondo questa interpretazione “rivolta al passato” loro stessi ne erano stati gli artefici, e la sofferenza presente non era che la conseguenza di azioni negative che avevano posto nel passato.
Così, giudicandosi riprovevoli e colpevoli della propria situazione, molti venivano presi da un senso di impotenza. Questa però è una distorsione del significato buddista di karma. Accettare l’idea del karma non significa vivere oppressi dalla colpa e con l’incertezza di non conoscere le cause passate della propria infelicità, ma al contrario significa avere fiducia che il destino è nelle nostre mani e che abbiamo il potere di trasformarlo al meglio in ogni momento.”
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