Il primo requisito per fare questa ricetta è avere della polenta avanzata.
Gli gnocchi di polenta oltre a permetterci di fare lotta allo spreco è una ricetta deliziosa da condire con del semplice burro e salvia.
DIFFICOLTA’ facile | PORZIONI per 4 persone |
VEGETARIANO si GLUTINE no, se si sostituisce la farina di grano con quella di riso LATTICINI si |
Ingredienti per gli gnocchi di polenta
500 g di polenta avanzata oppure nulla ci vieta di farne apposta per questa ricetta
150 g ricotta
50 g formaggio grana + altro per il condimento
1 uovo
130 g farina
1 spicchio d’aglio
foglioline di salvia
Preparazione gnocchi di polenta
1) Passiamo la polenta al passa-tutto o al frullatore e mettiamo in un contenitore poi uniamo un uovo, 1 cucchiaino di sale, 50 g di formaggio grana, 130 g di farina setacciata, di grano o se siamo intolleranti di riso ed infine la ricotta.
2) Amalgamiamo brevemente dopodiché lavoriamo l’impasto sul piano di lavoro sino a renderlo omogeneo.
3) Infariniamo il piano di lavoro e tagliamo un pezzo di impasto, cominciamo a rollarlo avanti e indietro per formare un filoncino uniforme del diametro di circa un centimetro e mezzo.
4) Tagliamo i filoncini a losanga, ed ecco fatti gli gnocchi di polenta!
Infariniamo un canovaccio con della farina sistemato sopra una teglia o un vassoio. Distribuiamo gli gnocchi leggermente distanziati fra loro.
Cuocere gli gnocchi di polenta
1) Riempiamo d’acqua una pentola capiente e portiamo a bollore, nel frattempo in una padella mettiamo poco burro, uno spicchio d’aglio e qualche fogliolina di salvia.
Il burro deve diventare nocciola ma non bruciare.
2) Raccogliamo gli gnocchi delicatamente con una paletta e tuffiamoli nell’acqua bollente e salata, dopo pochissimi minuti riemergeranno a galla, a questo punto raccogliamoli con una schiumarola e mettiamoli nella padella con il burro.
Se ci sembrano troppo asciutti possiamo unire qualche mestolino d’acqua calda. Amalgamiamo.
3) Cospargiamo gli gnocchi con del formaggio grana, facciamolo sciogliere qualche secondo affinché diventi una bella cremina e
impiattiamo questi deliziosi gnocchi di polenta ancora caldi.
Con gli gnocchi di polenta vi suggerisco un buon pane fatto in casa, come ad esempio il pane ai multicereali, per vedere la mia ricetta clicca qui
VINO CONSIGLIATO
Io vi consiglio un vino bianco e non un vino rosso troppo aggressivo, si perché gli gnocchi di polenta hanno un sapore delicato.
il vino deve andare di pari passo con la robustezza o la delicatezza del cibo.
Perfetto un Gavi DOCG della cantina La Raia che esclude dalla propria coltivazione pesticidi e fertilizzanti. Clicca qui per vedere
FRASE DI INCORAGGIAMENTO
Più ancora che l’ingratitudine, l’atteggiamento con il segno diametralmente opposto alla gratitudine è la lamentela. Non riuscire a cogliere alcun elemento positivo da una situazione apparentemente difficile, non apprezzare chi ci circonda, non riuscire a trarre insegnamento dalle relazioni che ci fanno soffrire, in una parola lamentarsi, fa uscire dall’ambito della fede, dal circolo virtuoso appena descritto. Se la gratitudine è l’espressione della fede e pone una causa positiva nella nostra vita, la lamentela è una forma di offesa alla vita, con tutto ciò che ne consegue.
Essere grati, cioè manifestare comunque gratitudine, è un esercizio di fede: non dipende da ciò che ci succede, per cui sono grato solo se mi capita qualcosa di buono o di piacevole. Posso essere grato a qualcuno che mi fa arrabbiare, perché ad esempio mi mostra quanto è ancora instabile il mio carattere, o a chi mi fa soffrire, perché mi indica il karma che devo cambiare. Posso essere grato a quel problema che mi è capitato perché mi ha permesso di tirar fuori nuove capacità, oppure perché mi ha fatto praticare con maggiore forza. Essere grati talvolta viene naturale, ma più spesso è un impegno, una disciplina, più che un dono di natura.
«Guardare gli eventi e le situazioni in una luce positiva è importante. La forza, la saggezza e la gioia che accompagnano un simile atteggiamento portano alla felicità. Guardare le cose con ottimismo o benevolenza non significa essere stupidamente ingenui e permettere agli altri di approfittare della nostra buona disposizione d’animo. Significa avere la saggezza e l’intuizione di muovere le cose in una direzione positiva, considerandone l’aspetto migliore pur rimanendo concentrati sulla realtà». (D. Ikeda, Giorno per giorno, 27 gennaio)
Tratto da “Buddismo e società” n° 120 Gennaio 2007